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Le tre gambe della sostenibilità

Sostenibilità non è sinonimo di protezione dell’ambiente, è un concetto molto più ampio. In questo articolo ti racconto quali sono le componenti della sostenibilità, e come sono collegate fra loro.

Le tre gambe della sostenibilità

La sostenibilità è sorretta da tre pilastri, o gambe, le cosiddette tre P: people, planet, profit. A volte chiamate, in italiano, tre E: equità, ecologia e economia.

Questi elementi non solo sono tutti e tre fondamentali (prova a far stare in piedi uno sgabello con due sole gambe…), ma sono anche strettamente interconnessi fra loro, si influenzano a vicenda in positivo e in negativo.

Ma andiamo con ordine: cosa significano esattamente queste tre gambe della sostenibilità?

(Per i prossimi punti ho preso grande ispirazione dal libro “L’azienda sostenibile” di Chiara Mio, una accademica di rilevanza internazionale nel campo della sostenibilità delle imprese. Le frasi fra virgolette sono citazioni prese da questo libro.)

Sostenibilità ambientale

Questo è il pilastro più conosciuto e immediatamente comprensibile della sostenibilità. Significa, essenzialmente, “salvaguardare e non compromettere i processi dinamici di autorganizzazione dei sistemi bio-ecologici”. E noi come società umana facciamo naturalmente parte di questi sistemi.

Fanno parte della sostenibilità ambientale le azioni che impattano positivamente, ad esempio, su uno o più di questi temi:

  • inquinamento
  • riscaldamento globale
  • efficienza energetica
  • rifiuti
  • conservazione degli ecosistemi

Sostenibilità sociale

La sostenibilità sociale riguarda invece “il miglioramento delle condizioni di vita delle persone”. L’attenzione agli aspetti sociali è importante tanto quanto gli aspetti ambientali, e non è possibile portare avanti l’una ignorando l’altra.

L’impatto positivo può riguardare, ad esempio:

  • benessere dei dipendenti
  • pari opportunità
  • diritti umani
  • relazione con la comunità locale
  • salute e sicurezza di dipendenti e clienti

Sostenibilità economica

Questo aspetto è fondamentale tanto quanto gli altre due. Se parliamo di imprese sostenibili, è necessario che queste siano in equilibrio finanziario per poter, innanzitutto, sopravvivere, e poi creare valore e risorse che servono per perseguire le altre due finalità.

Un modello economico sostenibile è un modello che ha un ottica di lungo termine, e che quindi non si concentra sulla speculazione e sullo sfruttamento al massimo possibile delle risorse a propria disposizione, ma mira a far sì che queste risorse possano esistere nel lungo termine, potenzialmente per sempre.

Le imprese non sono atomi che fluttuano nello spazio profondo, separati da qualunque altra cosa. Un’impresa per funzionare ha bisogno di molte cose, la cui esistenza deve essere garantita nel tempo: materie prime, fornitori, collaboratori, dipendenti…ma anche un **ambiente naturale (**acqua, energia) e sociale (stabilità politica, clienti in stato di benessere) funzionante.

La relazione tra i tre pilastri

Ambiente, società e economia sono strettamente interconnessi fra loro, e per avere davvero sostenibilità occorre considerarli tutti, contemporaneamente e in relazione fra loro.

Questa relazione si esprime sia in senso positivo, perché il maggior benessere in un’area favorisce il benessere nelle altre, che negativo, nello sviluppo delle crisi.

Ad esempio: le crisi ambientali generano spesso crisi sociali e economiche, perché le popolazioni che subiscono direttamente l’impatto negativo della crisi ambientale vedono peggiorare (anche drasticamente) le proprie condizioni di vita.

Ma le crisi ambientali generano anche un danno economico diretto, per la conseguente carenza di risorse, oppure per i costi di bonifica che devono essere sostenuti per riparare a un disastro.

Uno degli esempi più lampanti di interconnessione tra i vari elementi ce l’ha dato il Covid. L’emergenza sanitaria (che di per sé rientra nella gamba sociale) ha generato una crisi economica, che ha delle ripercussioni anche sull’ambiente.

In un primo momento, il rallentamento economico ha generato un impatto ambientale positivo: meno spostamenti e meno produzione significano meno inquinamento e minori risorse utilizzate. Ma nel lungo termine l’impatto è negativo, perché una volta che la normale vita economica è ricominciata, ci siamo ritrovati con meno risorse da dedicare, ad esempio, alla transizione ecologica.

Ma ci sono anche diverse indicazioni che lo scoppio stesso dell’epidemia, e quindi l’origine della crisi sanitaria, abbia origine anche da alcuni effetti della crisi ambientale già in atto. E abbiamo così (direi tristemente) chiuso il cerchio: crisi ambientale → crisi sociale → crisi economica → crisi ambientale


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GIULIA RONCORONI

Sono Giulia Roncoroni e il mio lavoro è accompagnarti nel lancio e nello sviluppo della tua idea di business.
Il mio obiettivo è far sì che le preoccupazioni e le difficoltà della partita Iva abbiano il più piccolo impatto possibile sulla tua quotidianità.
Così che tu possa usare il tuo tempo e le tue energie per sviluppare le tue idee e le tue creazioni, fare felici i tuoi clienti e, perché no, vivere la tua vita!