Ti hanno offerto un lavoro all’estero e stai pensando di trasferirti? Ti sei già trasferitǝ e ti chiedi se dovrai pagare le tasse anche in Italia? In questo articolo ti spiego come funziona il pagamento delle tasse per le persone residenti all’estero.
Attenzione: se non intendi trasferirti, ma lavorerai all’estero come frontalierǝ, le regola da applicare sono diverse da quelle che trovi in questo articolo!
La residenza fiscale
Per evitare confusione, chiariamo innanzitutto cosa significa essere residenti all’estero. Più avanti vedremo poi nel dettaglio come funziona la tassazione.
Cosa significa essere residenti all’estero? Dal punto di vista fiscale, non basta essere fisicamente usciti dall’Italia per essere considerati residenti all’estero. Non basta nemmeno essere registrati nel paese in cui ti trasferisci. Bisogna invece rispettare dei requisiti ben precisi, stabiliti dalla legge italiana.
In particolare, devi avere contemporaneamente due condizioni, una formale e una sostanziale:
- Il requisito formale è l’iscrizione all’AIRE, ovvero l’anagrafe degli italiani residenti all’estero.
- Il requisito sostanziale è invece quello di risiedere effettivamente, e non solo formalmente, al di fuori dell’Italia.
Se questi due requisiti si verificano per più di 183 giorni in un anno solare, allora si è residenti all’estero per tutto l’anno solare. Se, invece, si verificano per meno di 183 giorni (ovvero metà anno), si è fiscalmente residenti in Italia per tutto l’anno solare, anche dopo il trasferimento all’estero.
Facciamo degli esempi pratici.
Se nel mese di aprile 2021 ti trasferisci all’estero e ti iscrivi all’AIRE, e non torni più indietro, allora sarai fiscalmente residente all’estero per tutto il 2021.
Se, invece, ti trasferisci a luglio, sarai necessariamente residente in Italia dal punto di vista fiscale fino alla fine dell’anno.
Questa regola ha poche eccezioni, ovvero alcuni casi di trasferimento da e verso Svizzera e Germania. In questi casi, si può applicare un principio diverso, che si chiama split year. Questa regola prevede che l’anno solare non sia più considerato come unico, ma diviso in due parti, una prima e una dopo il trasferimento da un paese all’altro. In questo modo si è residenti fiscalmente in un paese per una parte dell’anno, e in un altro paese per un altro anno.
Come funziona la tassazione internazionale
Adesso che abbiamo chiarito cosa significa essere residenti all’estero, parliamo delle tasse che dovrai pagare in Italia quando sarai residente all’estero.
Il principio generale della tassazione internazionale, in Italia ma anche nella maggioranza degli altri paesi è il seguente.
In Italia si pagano le tasse per:
- tutti i redditi prodotti ovunque nel mondo da persone residenti in Italia
- i redditi prodotti in Italia da persone residenti all’estero
Quindi, se hai la residenza fiscale all’estero, dovrai continuare a tassare in Italia soltanto i redditi che produci in Italia.
Nell’anno in cui ti trasferisci all’estero, però, potresti comunque avere redditi da tassare in Italia, per due motivi diversi.
Innanzitutto, potresti avere dei redditi italiani nella prima parte dell’anno. Ad esempio: se ti trasferisci a aprile e quindi, come abbiamo detto, sarai residente all’estero per tutto l’anno, dovrai comunque tassare in Italia i redditi che hai prodotto in Italia prima di partire, ad esempio dal tuo precedente lavoro dipendente.
Inoltre, se ti trasferisci all’estero da luglio in poi, come abbiamo visto sarai residente in Italia fino alla fine dell’anno in cui ti trasferisci. Dovrai quindi tassare in Italia sia il lavoro dipendente che avevi in Italia prima di partire, sia il reddito del tuo nuovo lavoro all’estero.
Il problema della doppia imposizione
Il criterio applicato dall’Italia per la tassazione internazionale (ovvero che si tassano in Italia tutti i redditi dei residenti in Italia + i redditi prodotti in Italia da chiunque), viene applicato anche dalla maggioranza degli altri paesi del mondo.
Questo può generare un problema di doppia imposizione, ovvero il caso in cui uno stesso reddito viene tassato da due paesi diversi.
Torniamo all’esempio di prima. Abbiamo detto che, se ti trasferisci all’estero da luglio in poi, dovrai tassare in Italia anche il reddito del tuo nuovo lavoro all’estero. Molto probabilmente però, anche il paese in cui ti sei trasferitǝ vorrà tassare il tuo lavoro dipendente. E quindi, il tuo lavoro verrebbe tassato due volte generando, appunto, una doppia imposizione.
Per questo motivo, i paesi hanno stipulato degli accordi bilaterali per evitare il problema della doppia imposizione. Questi accordi si chiamano quindi “convenzioni contro le doppie imposizioni”.
Le convenzioni contro le doppie imposizioni
Per risolvere il problema della doppia tassazione degli stessi redditi, le convenzioni contro le doppie imposizioni possono prevedere eccezioni alle due regole fondamentali che abbiamo stabilito all’inizio.
Quindi, ad esempio:
- Anche se in teoria tutti i redditi prodotti all’estero da una persona residente in Italia sono tassati in Italia, la convenzione può stabilire che le tasse vengano pagate solo nel paese in cui i redditi sono prodotti, e che quindi l’Italia non li possa tassare.
- Oppure, anche se in teoria tutti i redditi prodotti in Italia sono tassati in Italia, la convenzione può prevedere che, se sono prodotti da una persona residente in quello specifico paese, non ci siano tasse da pagare in Italia.
In molti casi però, le convenzioni stabiliscono che i redditi possono essere tassati in entrambi i paesi. In questi casi, la doppia imposizione si evita tramite il meccanismo del credito d’imposta.
Continuando con l’esempio di prima, in cui ti trasferisci all’estero nel mese di luglio, il lavoro nel tuo nuovo paese residenza sarà tassato innanzitutto in quel paese.
Nel momento in cui andrai a dichiarare lo stesso reddito anche in Italia, ti verrà riconosciuto un credito per le imposte che hai già pagato all’estero. In questo modo, le tasse verranno pagare in due paesi diversi, ma non saranno il doppio. Verranno invece pagate in parte in un paese e in parte nell’altro.
Questo meccanismo ha alcuni aspetti abbastanza complicati, perché bisogna verificare caso per caso la situazione specifica. È quindi sempre meglio chiedere la consulenza di una commercialista prima di trasferirsi all’estero, per verificare insieme:
- dove sarai residente
- cosa prevede la convenzione contro le doppie imposizioni nel tuo caso specifico
- dove dovrai dichiarare i tuoi redditi
- quante tasse dovrai pagare
Se hai redditi o conti esteri, o sei residente all’estero ma devi pagare delle tasse in Italia, posso preparare la tua dichiarazione dei redditi e aiutarti, con una consulenza a gestire al meglio la tua situazione fiscale.