
Le imprese molto grandi sono obbligate già da qualche anno a preparare un documento che si chiama DNF (Dichiarazione non finanziaria), che è in pratica un report in cui l’impresa racconta la propria strategia e gli obiettivi di sostenibilità, e misura il proprio impatto da punto di vista ambientale e sociale. Questi report però non vengono preparati solo dalle multinazionali:
- La normativa europea sta cambiando velocemente, e nei prossimi anni imprese sempre più piccole saranno coinvolte da questi nuovi obblighi.
- Le società benefit sono obbligate, a prescindere dalla propria dimensione, a pubblicare un documento che si chiama relazione d’impatto.
- Ci sono moltissime imprese, che rientrano nella definizione di PMI, che decidono di preparare questi report in modo del tutto volontario.
Conoscere come sono fatti questi report, e leggerli, può essere molto utile anche alle imprese più piccole (che al momento non fanno o non possono fare questi report), perché aiuta a capire cosa vuol dire concretamente fare sostenibilità, in particolare nel proprio settore.
In questo articolo ti spiego cosa vuol dire in concreto fare un report di sostenibilità, dove è possibile recuperarli e come orientarti quando ne vuoi leggere uno, soprattutto come ispirazione e studio per la strategia di sostenibilità della tua impresa.
Cos’è un report di sostenibilità?
Un report di sostenibilità è un documento che ha lo scopo specifico di rendicontare gli obiettivi, le attività e le performance dell’impresa nell’ambito della sostenibilità. La parola rendicontare assume il significato proprio di “rendere conto” a tutti i soggetti che ruotano intorno all’impresa, i cosiddetti stakeholder, (che sono ad esempio clienti, fornitori, comunità locale, dipendenti, associazioni di consumatori, ambiente ecc.).
Questi report possono avere tanti nomi diversi, a seconda della normativa che li disciplina e dell’approccio scelto dall’impresa: report di sostenibilità, Bilancio di sostenibilità, bilancio sociale, dichiarazione non finanziaria, relazione d’impatto, ecc.
A prescindere dal nome usato e dalla normativa o dai principi a cui si fa riferimento, questi report hanno tutti degli elementi in comune. Innanzitutto, raccontano l’impresa dal punto di vista di tutte e tre le gambe della sostenibilità: ambiente, società e economia.
Inoltre, ci sono alcuni elementi che ritornano sempre (o quasi), ad esempio:
- una lista di stakeholder rilevanti
- le aree in cui l’impresa impatta maggiormente, e gli obiettivi che si è data per ciascuna di queste aree
- cosa è stato fatto nel corso dell’anno per raggiungere gli obiettivi
- i risultati raggiunti
- una valutazione dell’impatto complessivo dell’impresa
Dove si trovano questi report?
I report di sostenibilità sono sempre pubblicati sul sito dell’impresa, a volte direttamente nella homepage e a volte in sezioni specifiche del sito dedicate alla sostenibilità.
La quantità di spazio dedicato e il ruolo di primo piano può essere già un’indicazione dell’importanza che quell’impresa assegna alla propria sostenibilità.
Questi report sono sostanzialmente dei documenti redatti seguendo dei principi specifici, in parte determinati per legge e in parte scelti dall’impresa. Per questo motivo non è sempre facile fare un confronto diretto fra report di aziende diverse, perché non tutti seguono lo stesso schema di base.
Questa mancanza di omogeneità è un problema, e infatti l’Unione Europea sta già lavorando per risolverlo. Nel corso dei prossimi anni ci sarà quindi un avvicinamento progressivo di questi report ad uno standard comune, a partire da quelli delle società più grandi e poi, a cascata, fino a quelle sempre più piccole.
Consigli di lettura
Ti consiglio di partire con i report di 2 o 3 aziende del tuo settore. Possono essere imprese che vendono prodotti o servizi simili ai tuoi, su scala molto più grande, oppure che fanno attività in qualche modo vicine o collegate. Conoscere il settore in cui si muovono queste imprese ti agevolerà molto nella lettura.
Quando apri uno di questi report ti consiglio di dare innanzitutto un’occhiata all’indice, per capire come muoverti all’interno del documento. Qui sotto trovi due esempi di indice di bilanci di sostenibilità, il primo è del Gruppo Sanpellegrino, il secondo di Enel. Vedrai che i due indici sono molto diversi fra loro, ma gli argomenti sono in gran parte gli stessi: persone, stakeholder, governance, catena di fornitura, comunità, ambiente…


La lettura può essere più o meno semplice e più o meno scorrevole, a seconda della tua dimestichezza con il settore e con il linguaggio economico, ma soprattutto a seconda delle scelte di forma e linguaggio che ha scelto l’impresa.
Infatti, a differenza del bilancio finanziario, che viene scritto con lo scopo di essere letto principalmente da soci, analisti e banche, il bilancio di sostenibilità si rivolge a una platea più ampia, che include anche fornitori, clienti, dipendenti, associazioni di consumatori o ambientaliste ecc. La comunicazione delle informazioni (dovrebbe) quindi essere veicolata in modo che sia comprensibile a più persone possibile. Inoltre, il report deve essere scritto in modo da essere compreso anche da chi di quell’impresa non sa nulla o quasi. Naturalmente, non tutte le imprese raggiungono questo risultato nella stessa misura.
Quindi, il mio invito è quello di leggere questi report con uno spirito estremamente critico. Non perché tu debba dubitare delle informazioni contenute, ma perché se alcuni passaggi non sono chiari, non capisci le motivazioni logiche o ti sembrano poco approfonditi, è perfettamente possibile che sia proprio così: quel punto del report non è chiaro, non è motivato, non è approfondito.
La differenza fra scrivere un report fumoso, per rispettare gli obblighi e poter dire di averlo fatto, e scriverne uno davvero utile, completo e accessibile, può essere enorme, ed è di per sé un indicatore importantissimo del ruolo reale che la sostenibilità ha nei valori e nella strategia di quell’impresa.
Come prendere spunto per la tua attività?
I report di imprese del proprio settore possono essere molto utili per prendere spunto per la propria attività. Ma come si fa?
Leggere il report di una multinazionale difficilmente ti suggerirà un’azione specifica da poter replicare in una microimpresa. È però possibile (anzi molto probabile) che ci siano aziende del tuo settore di dimensioni medie o piccole che hanno scelto di fare un report di sostenibilità in modo facoltativo, oppure hanno deciso di costituirsi come società benefit, e sono quindi obbligate a farlo a prescindere dalla loro dimensione.
La lunghezza e la complessità dei report di sostenibilità è generalmente proporzionata alla dimensione dell’impresa, e quindi questi report (oltre a essere più semplici da leggere), ti daranno anche più facilmente degli spunti per la tua strategia di sostenibilità.
Non scartare però a priori i report delle società più grandi, perché anche lì puoi trovare molto materiale interessante. Ti suggerisco in particolare di prestare attenzione non tanto ai singoli progetti o attività che hanno realizzato, ma ad alcuni aspetti meno diretti. Ti faccio qualche esempio.
- Una società di grandi dimensioni ha avuto il tempo e le risorse per entrare nel merito del ruolo che giocano le varie fasi del processo produttivo e in generale della attività svolte, e valutare l’impatto di ciascuna. Puoi quindi verificare se le aree che, dopo aver fatto analisi e parlato con gli stakeholder, sono state considerate più rilevanti, sono le stesse che avevi in mente tu.
- Una strategia di sostenibilità dovrebbe sempre tenere presenti quali sono i propri stakeholder, e quali sono i più rilevanti nel proprio caso: potrebbero essere i clienti, i fornitori, la comunità di riferimento, ecc. Anche su questo aspetto puoi fare un confronto tra la tua valutazione e quella che è stata fatta da altre imprese del tuo settore.
- Anche se non puoi mettere in campo azioni della stessa portata, informarti su ciò che accade nel tuo settore ti aiuta a verificare se ci sono delle innovazioni, tecnologiche o di processo, che potrebbero entrare a far parte anche della tua attività.
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