Se hai la partita IVA, è probabile che una delle tue preoccupazioni sia la mancanza di strumenti di welfare che possano aiutarti nei periodi della vita in cui lavorare diventa impossibile, o è comunque necessario rallentare il ritmo.
Si tratta soprattutto delle problematiche connesse alla maternità, ma non solo. Possono esserci anche problemi legati alla disoccupazione o ad una eventuale malattia o infortunio.
In questo articolo vediamo quindi:
- come funziona il welfare per i freelance e in cosa assomiglia a quello dei lavoratori dipendenti
- quali sono le tutele in caso di malattia o infortunio
Come funziona il welfare dei freelance
I servizi di welfare sono forniti dall’ente previdenziale al quale versi i tuoi contributi. Quindi, come i lavoratori dipendenti usufruiscono del sostegno dell’INPS Gestione Dipendenti, i soggetti con partita IVA possono ricevere sostegno, a seconda dei casi:
- dall’INPS gestione separata
- dall’INPS gestione artigiani
- dall’INPS gestione commercianti
- dalla propria cassa professionale di appartenenza
Laddove sono previsti strumenti di tutela per imprenditori e professionisti, ci sono comunque delle differenze in termini di importi erogati, condizioni di accesso e durata del beneficio, rispetto agli strumenti equivalenti a favore dei dipendenti.
Ecco perché, se non è vero che il welfare per freelance “non esiste”, non si può neppure dire che il trattamento sia sempre equiparabile a quello dei dipendenti.
Diverso discorso invece per lo stato di disoccupazione, in quanto questa indennità non spetta a seguito di chiusura della partita IVA, e rappresenta quindi una differenza importante rispetto al trattamento riservato ai lavoratori dipendenti.
La malattia nella gestione separata INPS
Per gli iscritti alla gestione separata INPS spetta l’indennità di malattia a condizione che:
- vi sia stato almeno 1 mese figurativo di contribuzione nei 12 mesi precedenti
- il reddito dell’anno solare precedente sia inferiore al 70% del massimale, ovvero inferiore a circa 70.000 euro
Vi sono due tipologie di indennità di malattia, quella per ricovero ospedaliero e quella per malattia domiciliare.
L’indennità per ricovero ospedaliero
L’indennità per ricovero ospedaliero spetta per un massimo di 180 giorni. Per goderne occorre presentare domanda online allegando la lettera di dimissioni ricevuta dall’ospedale.
I periodi di malattia, certificata come conseguente a trattamenti terapeutici di malattie oncologiche, o di gravi patologie cronico-degenerative ingravescenti o che comunque comportino una inabilità lavorativa temporanea del 100 per cento, sono equiparati, ai fini della durata della prestazione e della misura dell’indennità, al ricovero ospedaliero.
L’importo dell’indennità giornaliera per ricovero ospedaliero è variabile, e dipende dal numero di mensilità di contribuzione presenti nei 12 mesi precedenti. In particolare:
- da 1 a 4 mesi di contribuzione: circa 45 euro
- da 5 a 8 mesi di contribuzione: circa 67 euro
- da 9 a 12 mesi di contribuzione: circa 90 euro
L’indennità per malattia domiciliare
L’indennità per malattia domiciliare spetta per un massimo di 61 giorni per anno solare, a partire dal 4° giorno consecutivo di malattia. Per riceverla occorre che il medico di base invii telematicamente all’INPS il certificato entro 1 giorno dall’inizio della malattia. Una volta inviato il certificato, il professionista può fare domanda online per ricevere l’indennità.
Anche l’importo giornaliero dell’indennità di malattia dipende dal numero di mensilità di contribuzione presenti nei 12 mesi precedenti:
- da 1 a 4 mesi di contribuzione: circa 22 euro
- da 5 a 8 mesi di contribuzione: circa 34 euro
- da 9 a 12 mesi di contribuzione: circa 45 euro
Un’altra agevolazione consiste nella possibilità di sospendere il versamento dei contributi INPS. In particolare, se la malattia si protrae per più di due mesi, si può richiedere la sospensione per tutta la durata della malattia, fino a un massimo di due anni. Al termine della malattia gli importi da pagare possono essere rateizzati, senza oneri, in un numero di rate mensili pari a tre volte i mesi di sospensione.
Un’ultima nota: a differenza di quanto accade per i lavoratori dipendenti, i periodi di malattia o ricovero non sono conteggiati ai fini della pensione. Quindi, se in un anno usufruite di due mesi di malattia, saranno conteggiati ai fini pensionistici solo 10 mesi.
E se ho un’altra gestione previdenziale?
Nessuna tutela è purtroppo prevista in caso di malattia per gli iscritti alla Gestione INPS per artigiani e commercianti.
Per gli iscritti a casse di previdenza professionali, invece, le tutele variano da caso a caso, in quanto dipendono dal regolamento del singolo istituto. Per sapere se hai diritto ad una indennità di malattia, quindi, puoi andare sul sito internet della tua cassa di appartenenza, o contattarla direttamente.
Abbiamo quindi visto che, per alcune categorie di lavoratori autonomi, sono previste tutele specifiche in caso di malattia o ricovero ospedaliero. Tuttavia, a volte, la conseguenza più importante di una malattia non è la necessità di un sostegno economico transitorio, ma la difficoltà a rispettare le scadenze e gli impegni presi con i clienti.
Se un commerciante potrebbe avere un parente che lo sostituisca in negozio per qualche tempo, senza eccessiva difficoltà, lo stesso non si può dire per un professionista. Se non si hanno collaboratori stabili e affidabili, il lavoro potrebbe risentire anche solo di pochi giorni di assenza forzata.
Per prevenire questo problema, l’unica soluzione è migliorare l’organizzazione del proprio lavoro, in modo tale da anticipare il più possibile le scadenze e i tempi da rispettare. In questo modo si può disporre sempre di qualche giorno di margine, che consentano di gestire gli imprevisti più ricorrenti.