Oggi parliamo di un argomento spinoso e solitamente spiacevole, ovvero cosa fare se riceviamo una lettera dell’Agenzia delle Entrate. Vediamo innanzitutto qualche consiglio generale, per parlare poi di una delle tipologie di “lettera” più comune, ovvero gli avvisi bonari. Nelle prossime settimane vedremo invece qualche consiglio specifico su altri tipi di lettere.
Il consiglio più importante (diciamo il consiglio “zero”!) in questi casi è di accertarsi di controllare la PEC con frequenza. “Scoprire” troppo tardi di aver ricevuto una comunicazione dall’Agenzia delle Entrate può portare a conseguenze davvero spiacevoli!
CONSIGLIO N. 1: NON IGNORATELA!
La maggior parte di queste forme però possono essere utilizzate solo per un certo periodo di tempo, e di conseguenza è molto importante non perdere neanche un giorno!
CONSIGLIO N. 2: FATEVI AIUTARE!
La legge mette a disposizione diverse forme di tutela per i contribuenti, che hanno costi e conseguenze differenti. È importante poterle valutare tutte per capire qual è la più adatta al vostro caso specifico.
CONSIGLIO N. 3: COSA FARE SE RICEVO UN AVVISO BONARIO?
Si tratta di avvisi che vengono generati nel caso in cui emergano delle discrepanze dal controllo automatizzato delle dichiarazioni inviate e dal loro confronto con i versamenti effettuati.
Attenzione però: il credito non viene automaticamente riconosciuto, ma deve invece essere confermato dal contribuente entro 30 giorni. In pratica, l’Agenzia delle Entrate vi dice: “in base al controllo automatizzato ci sembra che ti spetti questo credito, controlla e verifica se è vero”. In caso affermativo si può confermare il credito e utilizzarlo. Il fatto che sia richiesta la conferma del contribuente significa che se, in futuro, dovesse emergere da ulteriori controlli che in realtà il credito non spettava, l’importo dovrà essere restituito maggiorato di sanzioni e interessi.
Se invece il contenuto dell’avviso non è corretto, è possibile far correggere l’avviso spiegando le ragioni della sua inesattezza.
- Gli avvisi bonari sorgono da controlli automatizzati che, in quanto tali, sono soggetti ad una discreta percentuale di errori. È quindi importantissimo verificare subito (nel caso facendosi aiutare da un professionista) se il contenuto dell’avviso è veritiero oppure no, così da poter procedere con rapidità.
- Gli avvisi bonari richiedono un termine di risposta di 30 giorni, che è un tempo sufficiente, ma solo se reagiamo velocemente! Fondamentale quindi: controllare sempre la PEC (ad esempio impostando un inoltro automatico sulla mail che consultiamo quotidianamente) e, se non capiamo il contenuto dell’avviso, portarlo subito ad un professionista che possa aiutarci.
Nelle prossime settimane vedremo insieme le altre tipologie di avvisi che possiamo ricevere, e cosa fare caso per caso!