Quando si esce dal regime forfettario si entra nel regime fiscale della contabilità semplificata. Questo passaggio spesso fa paura. Paura dei costi e delle difficoltà gestionali. Ma cos’è e come funziona la contabilità semplificata?
Cos’è la contabilità semplificata?
Il regime di contabilità semplificata è il regime naturale per le società di persone, le associazioni tra professionisti e le partite IVA individuali che non hanno i requisiti per accedere al regime forfettario.
Questo regime può comunque essere applicato per opzione anche da chi ha i requisiti per accedere al regime forfettario.
Il regime di contabilità semplificata non può invece essere applicato se i ricavi dell’anno precedente hanno superato una certa soglia. A partire dal 2023, queste soglie sono:
- 500.000 euro in caso di attività di prestazione di servizi
- 800.000 euro per tutte le altre attività
Fino all’anno 2022 le soglie erano, rispettivamente, di 400.000 e 700.000 euro.
La contabilità semplificata non può inoltre mai essere applicata dalle società di capitali, che sono obbligate a tenere la contabilità ordinaria a prescindere dal volume dei ricavi.
Gli adempimenti contabili
Entriamo nel dettaglio di come funziona il regime di contabilità semplificata.
Questo regime viene definito, appunto di contabilità semplificata perché, rispetto al regime di contabilità ordinaria (che puoi approfondire qui), occorre tenere e conservare molti meno libri e registri contabili. In particolare, occorre tenere e conservare soltanto i registri IVA e il registro dei beni ammortizzabili.
Il regime di contabilità semplificata richiede comunque maggiori adempimenti rispetto al regime forfettario, adempimenti che sono essenzialmente dovuti a due grosse differenze fra questi due regime fiscali.
Innanzitutto, chi è in contabilità semplificata è soggetto agli adempimenti in materia di IVA: obbligo di fatturazione elettronica, invio telematico delle liquidazioni periodiche, versamento dell’IVA periodica, presentazione della dichiarazione IVA.
Inoltre, chi è contabilità semplificata è un sostituto di imposta, ovvero trattiene una ritenuta quando paga un compenso a dipendenti, collaboratori o altri professionisti. Queste ritenute devono poi essere versate, e i compensi pagati vanno comunicati con la Certificazione Unica (CU) e il modello 770.
La determinazione del reddito
Per quanto riguarda il calcolo del reddito, il regime di contabilità semplificata prevede un criterio di cassa. In pratica, il reddito è calcolato come differenza fra ricavi o compensi incassati e costi pagati.
Fanno eccezione alcuni costi che sono sempre deducibili in base alla competenza economica, come ad esempio ammortamenti, TFR del personale dipendente e contratti di leasing.
Nel caso delle imprese, è possibile scegliere fra due diverse modalità di determinazione del reddito per cassa. La differenza sta nel criterio con cui si individua la data di incasso o pagamento:
- si considerano le date di effettivo incasso e pagamento delle fatture emesse e ricevute, oppure
- si presume che la data di incasso o pagamento coincida con la data di registrazione della fattura nel registro IVA, senza necessità di tenere nota delle date effettive
Un altro aspetto che differenzia il regime di contabilità semplificata da quello forfettario riguarda la possibilità che le fatture emesse possano essere soggette a ritenuta d’acconto.
Infatti, quando alcuni soggetti in contabilità semplificata emettono fatture ad altri soggetti IVA, questi devono trattenere una parte del compenso a titolo di ritenuta d’acconto.
Le ritenute si applicano ad esempio alle fatture emesse per:
- prestazioni professionali
- attività di intermediazione (ad esempio agenti, mediatori ecc.)
- fatture emesse a condomini
- prestazioni rilevanti ai fini delle agevolazioni per le ristrutturazioni e il risparmio energetico