A volte il progetto della partita IVA nasce dopo aver perso un lavoro dipendente. In queste situazioni, è importante sapere qual è il rapporto tra la disoccupazione, ovvero la NASPI, e la partita IVA, per non sbagliare e non perdere i benefici che spettano.
NASPI e lavoro autonomo possono convivere?
La NASPI può convivere con altre forme di lavoro autonomo, ad alcune condizioni, specificate dalla legge (D.Lgs. 22/2015) e dalla circolare INPS n. 94 del 2015.
Innanzitutto, è possibile sia svolgere prestazioni di lavoro autonomo occasionale (la “ritenuta d’acconto”), sia aprire la partita IVA.
Se il reddito da lavoro autonomo (occasionale o con partita IVA), è inferiore a 4.800€, si continua ad avere diritto alla NASPI, ma questa si riduce. La riduzione è pari all’80% del reddito da lavoro autonomo. Quindi se, ad esempio:
- si ha diritto a 10.000€ di NASPI
- il reddito da lavoro autonomo sarà di 3.000€
- la riduzione della NASPI sarà di 3.000 x 80% = 2.400€
- la NASPI si ridurrà da 10.000€ a 7.600€
Per questo motivo, è obbligatorio comunicare all’INPS tramite il servizio Naspi Com il reddito presunto da lavoro autonomo per l’anno solare, affinché l’INPS possa provvedere alla riduzione della NASPI spettante. Questo vale sia in caso di apertura della partita IVA, che di attività autonome di tipo occasionale.
Potresti aver letto in qualche articolo online che la NASPI è compatibile con le prestazioni di lavoro occasionale senza limitazioni. Questo è vero, e non è in contrasto con quello che ti ho detto finora. Infatti, quando si parla di attività occasionali si fa spesso confusione tra due tipologie di lavoro molto differenti.
La NASPI è compatibile senza riduzioni con le prestazioni di lavoro occasionale, ovvero delle attività di lavoro “simil-dipendente” occasionali, fino a 5.000€ all’anno, che inizialmente si chiamavano voucher. È invece prevista una riduzione della NASPI in caso di lavoro autonomo occasionale, ovvero delle prestazioni di lavoro autonomo di tipo intellettuale, che sono comunemente chiamate ritenute d’acconto.
La NASPI anticipata
Se vuoi aprire la partita IVA senza perdere il diritto alla NASPI maturata, puoi richiedere, entro 30 giorni dall’apertura della partita IVA, l’anticipazione di tutta la NASPI residua.
L’anticipazione si può chiedere anche se la partita IVA era già aperta prima di avere la NASPI, per espandere una attività già avviata. In questo caso, l’anticipazione va richiesta entro 30 giorni dalla domanda di NASPI.
L’anticipo della NASPI viene concesso sul presupposto che non si accetterà un nuovo lavoro dipendente, fino alla fine della scadenza naturale della NASPI. In caso contrario, la NASPI relativa al periodo successivo al nuovo lavoro, che non sarebbe stata ricevuta in assenza dell’anticipo, deve essere restituita.
Bisogna inoltre tenere presente che, chiedendo la NASPI in via anticipata, su questa non maturerà la contribuzione figurativa ai fini della pensione.