fbpx

Quando conviene il regime forfettario?

Il regime forfettario è uno strumento molto interessante: ha una tassazione agevolata del 15% che scende al 5% per le nuove attività nei primi cinque anni.
Tuttavia non è sempre sempre la scelta più adatta e non è possibile stabilire a priori se conviene il regime forfettario oppure il regime Irpef di contabilità semplificata. Questi due regimi fiscali infatti funzionano in modo completamente diverso, e per stabilire quale conviene bisogna prendere in considerazione 5 fattori diversi.

1. La deduzione dei costi

La prima differenza di cui ti parlo è proprio quella che dà il nome al regime forfettario. Questo regime infatti si chiama così a causa del modo particolare in cui si calcola il reddito della partita IVA.

Il reddito è, in generale, la differenza fra ricavi e costi. Se hai qualche dubbio su questi termini, ti consiglio di guardare questo video in cui spiego nel dettaglio la differenza.

La particolarità del regime forfettario è che il reddito viene calcolato in modo, appunto, forfettario. Infatti, non si calcola la differenza analitica fra le entrate e le uscite effettive, ma si usa un metodo semplificato.

Questo metodo prevede che i costi siano considerati pari ad una certa percentuale dei ricavi. La percentuale dipende dal codice ATECO, perché tipologie di attività diverse hanno, generalmente, una incidenza dei costi molto diversa (trovi tutte le percentuali in un altro mio articolo).

In alcuni casi, i costi forfettari sono più alti di quelli effettivi, altre volte sono più bassi.

È però importante precisare che, anche se il reddito forfettario dovesse essere più alto di quello effettivo, perché i tuoi costi superano quelli previsti per il tuo codice ATECO, non è affatto detto che il regime forfettario non sia più conveniente.

Le altre differenze, che vediamo fra poco, sono così rilevanti che quasi sempre riescono ad “annullare” l’impatto negativo di un eventuale maggiore reddito.

2. L’imposta sostitutiva

Una volta calcolato il reddito, il passaggio successivo è calcolare le imposte da versare.

Nel regime forfettario si applica un’imposta sostitutiva pari al 15% (o al 5% per i primi 5 anni di nuove attività). Questa aliquota è sensibilmente inferiore a quella prevista per il regime di contabilità semplificata.

In questo caso, infatti, si versa l’Irpef, che si calcola per scaglioni di reddito ma parte da un minimo del 23%. Inoltre, al di fuori del regime forfettario bisogna versare anche le addizionali regionale e comunale e, in alcuni casi, anche l’Irap.

Se guardiamo queste percentuali, è evidente che il regime forfettario conviene molto spesso, anche se il reddito dovesse essere superiore. Questo perché la differenza fra le percentuali delle imposte è talmente grande (e lo è ancora di più nei primi 5 anni), che riesce ad annullare completamente l’effetto negativo di un reddito più elevato.

Per fare un confronto completo però, dobbiamo tenere in considerazione anche il fatto che nel regime forfettario è possibile dedurre come spese soltanto i contributi obbligatori versati all’INPS o a una cassa di previdenza. Non è invece possibile recuperare altre spese deducibili o detraibili, come ad esempio i versamenti alla previdenza complementare, le spese mediche, lavori di ristrutturazione ecc.

Per stabilire con quale regime fiscale pagheresti meno imposte bisogna quindi considerare tutti gli elementi che incidono sull’importo finale delle imposte da pagare:

  • come si calcola il reddito
  • qual è l’aliquota delle imposte
  • la presenza di altri redditi
  • l’importo delle spese potenzialmente deducibili e detraibili

3. L’IVA

Un’altra differenza fiscale importante fra regime forfettario e contabilità semplificata è quella del trattamento IVA.

Dal punto di vista dell’IVA, infatti, chi è in regime forfettario è come se fosse un privato cittadino. Quindi, non applica l’IVA sulle vendite e non detrae l’IVA sugli acquisti.

Questo fatto può essere un vantaggio o uno svantaggio, a seconda dei casi. Bisogna infatti tenere in considerazioni due fattori diversi.

Da una parte, non è possibile recuperare l’IVA pagata sugli acquisti, e questo ha un impatto piccolo o grande a seconda della quantità di acquisti con IVA che si fanno nel caso specifico.

Dall’altro lato, se i clienti sono prevalentemente soggetti privati, l’estraneità rispetto all’IVA è un vantaggio, perché a parità di prezzo di vendita il ricavo sarà maggiore, non dovendo versare l’IVA.

4. I contributi INPS

Un altro aspetto da tenere in considerazione è la possibilità, per artigiani e commercianti in regime forfettario, di chiedere una riduzione del 35% dei contributi dovuti, sia quelli fissi che quelli a percentuale.

Questa riduzione è una facoltà e non un obbligo, perché ha comunque un impatto sulla pensione futura, in due modi.

Innanzitutto, versando meno contributi anche il montante contributivo (ovvero la base di calcolo della pensione) sarà inferiore.

Inoltre, se nel corso di un anno si versano meno contributi di quelli minimi (circa 3.900€), ai fini della pensione non verrà riconosciuta l’anzianità contributiva per tutti e 12 i mesi in cui è stata aperta la posizione. Il numero di mesi riconosciuti verrà infatti ridotto proporzionalmente in base ai contributi effettivamente versati.

5. Le semplificazioni operative

Ci sono poi degli altri vantaggi da tenere in considerazione se si vuole valutare se conviene il regime forfettario, che non sono di natura fiscale ma operativa.

Infatti, il regime forfettario, oltre ad avere delle importanti differenze in termini di tasse e IVA che abbiamo appena visto, è anche più semplice e prevede meno adempimenti.

In generale, è un regime più semplice da gestire se apri partita IVA per la prima volta, perché hai meno cose “da imparare”:

  • non devi fare né subire ritenute
  • per quanto riguarda gli acquisti, devi soltanto raccogliere le fatture che ti vengono fatte e conservarle

Non applicando IVA sulle vendite, non ci sono neppure i versamenti IVA periodici, riducendo moltissimo il numero di adempimenti da fare durante l’anno.

La maggiore semplicità del regime forfettario fa sì che si riduca anche il costo dellǝ commercialista , proprio perché durante l’anno ci sono meno adempimenti.

Se vuoi sapere con quale regime fiscale dovresti aprire partita IVA, puoi prenotare una consulenza online con me. Analizzeremo nel dettaglio la tua situazione e verificheremo requisiti e convenienza del regime forfettario.

GIULIA RONCORONI

Sono Giulia Roncoroni e il mio lavoro è accompagnarti nel lancio e nello sviluppo della tua idea di business.
Il mio obiettivo è far sì che le preoccupazioni e le difficoltà della partita Iva abbiano il più piccolo impatto possibile sulla tua quotidianità.
Così che tu possa usare il tuo tempo e le tue energie per sviluppare le tue idee e le tue creazioni, fare felici i tuoi clienti e, perché no, vivere la tua vita!