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Accantonare imposte e contributi: come e perché?

Siamo alla terza puntata del percorso dedicato a budget e pianificazione di entrate e uscite. Se ti sei perso le puntate precedenti, puoi partire da qui.

La stima di imposte e contributi è fondamentale per pianificare attentamente le somme da accantonare, così da non avere sorprese quando l’anno successivo ti arriverà la mail del commercialista. Il primo passo stimare imposte e contributi è costruire il budget della tua attività

In questo articolo vediamo perché è importante pianificare le uscite per imposte e contributi e accantonare le somme che dovrai pagare l’anno successivo. E perché, invece, è pericoloso non farlo, pagando le tasse di oggi con i redditi di domani.

Nella seconda parte dell’articolo, ti darò poi qualche strumento pratico per gestire in concreto questo accantonamento, dandoti diverse alternative a seconda delle tue esigenze.

Perché accantonare

Accantonare significa suddividere il saldo del tuo conto corrente fra una somma spendibile e una da mettere da parte. Ovvero fra:

  • una somma che è davvero tua, in quanto costituisce il reddito netto dopo il pagamento di imposte e contributi, e
  • una somma che ha già “un piede fuori dalla porta”, ed è solo momentaneamente parcheggiata sul tuo conto corrente.

La pianificazione serve a evitare di ritrovarsi in una trappola piuttosto comune ma molto pericolosa, ovvero pagare le tasse di oggi con i redditi di domani. Questo sistema è molto diffuso fra imprenditori e professionisti, ma è un metodo instabile, che comporta seri rischi in caso di imprevisti che diminuiscano il tuo reddito o comportino spese inattese.

Vediamo subito un esempio pratico molto semplice.

La storia di Cicala e Formica

Proviamo ad analizzare la situazione finanziaria per un periodo di alcuni anni di Cicala e Formica, due professioniste che hanno lo stesso reddito ma gestiscono le risorse in modo diverso fra loro.

Entrambe hanno un reddito lordo di 30.000 euro all’anno, che ritengono stabile nel tempo in quanto deriva da contratti pluriennali con i loro clienti. Sia Cicala che Formica pagano imposte e contributi pari al 30% del loro reddito lordo. Quindi, ad esempio:

  • nel 2020 hanno realizzato un reddito lordo pari a 30.000 euro
  • nel 2021 dovranno pagare 9.000 euro ciascuna per imposte e contributi relativi al reddito del 2020
  • quindi il loro reddito netto del 2020 è di 21.000 euro

Se vuoi approfondire, nell’articolo sulla creazione del budget ho spiegato bene la differenza fra reddito lordo e reddito netto.

Quindi, Cicala e Formica hanno sulla carta le stesse risorse finanziarie. Decidono però di gestirle in modo diverso. Infatti:

  • Cicala alla fine del 2020 si ritrova con 30.000 euro sul conto corrente, e decide di spenderli tutti.
  • Formica, invece, ha previsto in anticipo che l’anno successivo dovrà pagare 9.000 euro di imposte e contributi, e decide quindi di spendere solo 21.000 euro.
FormicaCicala
2020
Reddito lordo30.00030.000
Reddito speso21.00030.000
Accantonamento9.0000

Nel 2021 Cicala e Formica avranno nuovamente un reddito lordo di 30.000 euro. Cosa succederà?

Formica avrà già messo da parte i soldi che le servono per pagare imposte e contributi del 2020. Quindi, tutto quello che guadagna nel 2021 lo potrà destinare con lo stesso metodo che ha seguito nel 2020. Spenderà 21.000 euro e ne accantonerà altri 9.000 per imposte e contributi da pagare nel 2022.

Cicala invece non ha accantonato nulla, quindi dovrà utilizzare parte dei guadagni del 2021 per pagare imposte e contributi del 2020. Se volesse seguire l’esempio di Formica e accantonare 9.000 euro da pagare nel 2022, le resterebbero solo 12.000 da spendere, e non è detto che siano sufficienti per le spese che deve sostenere.

Dovrà quindi, probabilmente, usare 9.000 euro del suo reddito del 2021 per pagare le imposte e contributi del 2020, e spendere i 21.000 euro che le restano, rinunciando ad accantonare per l’anno successivo.

FormicaCicala
2020
Reddito lordo30.00030.000
Reddito speso21.00030.000
Accantonamento9.0000
2021
Reddito lordo30.00030.000
Imposte pagate9.0009.000
Reddito speso21.00021.000
Accantonamento9.0000

Qual è il risultato? Il primo anno Cicala ha l’impressione di essere più ricca, perché può spendere molto più di Formica. Tuttavia, già il secondo anno, Cicala e Formica possono spendere esattamente la stessa cifra (21.000 euro), senza nessun vantaggio per Cicala. Anzi, il 31 dicembre Formica avrà 9.000 euro sul conto corrente, mentre Cicala sarà a secco.

La situazione di Cicala però potrebbe peggiorare. Se Cicala dovesse perdere parte del suo reddito per qualsiasi ragione (perde un grosso committente, deve sostituire attrezzature rotte, affronta una gravidanza ecc.), si troverà nella situazione di dover pagare le tasse di due anni con gli incassi di un anno solo. E non è detto che ciò le sia possibile.

Se, ad esempio, nel 2022 Cicala e Formica vedessero ridotto il loro reddito lordo a 10.000 euro, Cicala si troverebbe nella brutta situazione di dover impiegare quasi tutto il suo reddito per pagare le imposte e i contributi dell’anno prima. Invece, formica avrà comunque a disposizione buona parte del suo reddito per sostenere le proprie spese.

FormicaCicala
2020
Reddito lordo30.00030.000
Reddito speso21.00030.000
Accantonamento9.0000
2021
Reddito lordo30.00030.000
Imposte pagate9.0009.000
Reddito speso21.00021.000
Accantonamento9.0000
2022
Reddito lordo10.00010.000
Imposte pagate9.0009.000
Reddito speso7.0001.000
Accantonamento3.0000

Qui sta la pericolosità del comportamento di Cicala. Per usufruire di un vantaggio un solo anno, corre il rischio OGNI anno di non avere le risorse per pagare le proprie imposte e contributi. O che, dopo averli pagati, non le resteranno risorse sufficienti per sostenere le proprie spese.

Qualche strumento pratico

Ci sono diversi strumenti che ti permettono di gestire l’accantonamento per imposte e contributi. Ti do qualche alternativa così che puoi scegliere quella più adatta a te.

Innanzitutto, se hai una partita IVA individuale devi decidere se utilizzare due conti correnti separati, uno per l’attività e uno per la tua vita privata. Non c’è un obbligo di legge ad avere un conto separato, ma potrebbe essere una buona idea se ti ritrovi in alcune di queste situazioni:

  • il conto corrente della vita privata è in comune con marito/moglie/compagn* ecc.
  • fai fatica a gestire separatamente le uscite della tua vita privata da quelle lavorative
  • vorresti darti uno “stipendio” fisso, così da gestire meglio le tue spese private

Spesso non si aprono due conti correnti per paura di duplicare i costi, ma tieni presente che:

  • se almeno uno dei due conti rimarrà sotto i 5.000 euro, non duplicherai le imposte di bollo;
  • potrebbe essere l’occasione per verificare se le spese del tuo conto corrente sono adeguate, o potresti trovare condizioni migliori;
  • se i due conti li apri presso lo stesso istituto di credito, ci sono buone probabilità che i trasferimenti da un conto all’altro saranno gratuiti e immediati.

E se non vuoi due conti correnti?

Potresti comunque ritenere eccessivo avere due conti correnti. Ad esempio, perché incassi una fattura al mese di importo più o meno fisso e sostieni pochi costi, e quindi ti avvicini alla gestione finanziaria di un dipendente, fatta eccezione per il tema di imposte e contributi.

In questi casi, un’alternativa per gestire solo l’accantonamento potrebbe essere quella di prevedere un conto deposito collegato al conto corrente su cui accreditare le somme da accantonare. In questo modo, saranno escluse dal saldo del conto corrente e non ne terrai conto nella gestione delle spese private. Allo stesso tempo, potresti anche maturare un piccolo interesse (nell’attuale situazione di mercato direi piccolissimo, ma se il conto deposito non ha spese di gestione sarà comunque meglio di niente).

Se ti senti invece coraggioso e disciplinato, potresti adottare un metodo che all’apparenza è più semplice, perché prevede un solo conto, ma richiede più attenzione nella gestione quotidiana. È il sistema che uso io, quindi so che, se lo segui con costanza, funziona.

Questo metodo consiste nell’aggiungere, al file excel del tuo budget, una sezione dedicata a distinguere il saldo del conto corrente fra somme da accantonare e somme disponibili (in fondo all’articolo ti spiego come ottenere un modello per il tuo budget). Questo significa che, quando devi valutare se è opportuno o meno sostenere una certa spesa, devi ignorare completamente il saldo bancario, e guardare solo la cifra indicata nel tuo budget come spendibile.

Nel modello excel che ho preparato per aiutarti a costruire il tuo primo budget ho inserito una sezione proprio per questo scopo! Se non hai ancora scaricato il modello gratuito che ho preparato, puoi farlo subito iscrivendoti alla mia newsletter.

Questo metodo funziona se:

  • compili il budget in modo corretto, con la certezza che non ci sono errori nei calcoli;
  • aggiorni con costanza e precisione il budget con tutte le entrate e le uscite relative all’attività, così da disporre sempre di una stima corretta delle imposte e contributi da accantonare;
  • segui solo le indicazioni del budget nel valutare quanto puoi spendere, senza eccezioni se non dettate da vere emergenze.

NB: come spiega benissimo Debora Rosciani nel suo libro Donne di denari, la borsa firmata uguale a quella di Kate Middleton non rientra nella categoria delle emergenze, neanche quando è in saldo.

Qui sotto trovi i prossimi step di questo percorso:

E, se non l’hai ancora fatto, scarica il modello excel del budget e la guida in pdf iscrivendoti alla newsletter!

GIULIA RONCORONI

Sono Giulia Roncoroni e il mio lavoro è accompagnarti nel lancio e nello sviluppo della tua idea di business.
Il mio obiettivo è far sì che le preoccupazioni e le difficoltà della partita Iva abbiano il più piccolo impatto possibile sulla tua quotidianità.
Così che tu possa usare il tuo tempo e le tue energie per sviluppare le tue idee e le tue creazioni, fare felici i tuoi clienti e, perché no, vivere la tua vita!